giovedì 9 ottobre 2008

Posti per sorella, cugino e cognata...ecco l'assessore di Parentopoli



PALERMO
 - Figlio di un sindaco democristiano della Palermo spudorata degli anni '70, votatissimo, ammanicato, sempre candidato a tutto, come assessore alla Famiglia onestamente non poteva fare di più e di meglio. Specialmente per la sua famiglia: quella di sangue e quella politica.. Negli abissi della Regione siciliana c'è un onorevole che - quando si tratta di parenti - non resiste al fortissimo richiamo.  Questo è il piccolo vizio di Francesco Scoma, figlio di Carmelo. Nella hit parade dell'intreccio politico-familistico di Palermo lui batte tutti. Li vuole tutti accanto a sé. Vicini, piazzati e sistemati, intruppati, mischiati fra il suo ufficio di gabinetto e gli altri staff, congiunti suoi e congiunti di altri potenti, tutti insieme come una grande famiglia all'assessorato alla Famiglia. In quella trama di complicità che è la Regione siciliana, nomina dopo nomina e incarico dopo incarico, l'onorevole del Popolo della Libertà - classe 1961, eletto per la quarta volta all'Assemblea - si sta rivelando il personaggio simbolo dei favoritismi che si ordiscono nel governo guidato del catanese Raffaele Lombardo.  E' in cima alla lista l'assessore Scoma, il number one. Anche per il nome che porta. Nel suo quartier generale, di Francesco Scoma non ce n'é uno ma ce ne sono due. L'altro è suo cugino. Preso da un altro ufficio regionale, remunerato con indennità aggiuntiva e sistemato alla Famiglia. Dove, esattamente? Al "controllo strategico" dell'assessorato. Un parente che controlla l'altro a spese del contribuente. Una sorella di Scoma, Antonella, è stata assunta nello staff dell'assessore alla Presidenza della Regione Giovanni Ilarda. Una cognata, Deborah Civello, ha trovato un posticino nello staff del presidente del parlamento Francesco Cascio. La signora era già scivolata un paio di anni fa in uno scandalo - 448 assunzioni senza concorso nelle municipalizzate di Palermo - che aveva provocato anche l'apertura di un'inchiesta giudiziaria. Deborah era entrata all'Amia, l'azienda ambientale. 
Ma nell'assessorato alla Famiglia Francesco Scoma non ha favorito soltanto suoi consanguinei. Ha messo dentro pure quelli di tutti i suoi amici ai quali probabilmente non può dire di no. A cominciare dal suo padrino politico, il presidente del Senato Renato Schifani. La sorella, Rosanna Schifani, il 6 giugno del 2008 è stata nominata per chiamata diretta "componente della segreteria tecnica" dell'assessore Francesco Scoma. Già dipendente regionale dal 1991 con qualifica di "istruttore direttivo", la signora Rosanna ha avuto in busta paga - nel passaggio allo staff di Scoma - un'indennità di 14 mila euro lordi l'anno. Ma deve rinunciare agli straordinari che prendeva prima. Intanto, nell'ufficio di gabinetto dell'assessore alla Famiglia, come "esterno", è entrato anche uno degli assistenti di Schifani. Si chiama Giuseppe Gelfo. E pure Danila Misuraca, sorella del parlamentare del Pdl Dore. E anche Stefano Mangano, a lungo segretario particolare del sindaco di Palermo Diego Cammarata.  Una bella infornata di parenti in quella Regione dove Lombardo ha addirittura litigato con il predecessore Cuffaro sulle spese folli, ha promesso "interventi per rimuovere eventuali anomalie" e dichiarato guerra agli sprechi: 39 milioni di euro l'anno per mantenere gli uffici di gabinetto, 818 milioni per pagare i 21.104 dipendenti, 75 mila euro l'anno per liquidare lo stipendio di un dirigente "esterno".  Cambiano i governi ma alla Regione si aggirano i soliti noti. Un altro campione della Parentopoli è l'assessore al Bilancio Michele Cimino. Un'altra storia di cugini: Rino Giglione è il suo capo di gabinetto. Un altro, Maurizio Cimino, è il direttore della Protezione civile di Agrigento. E un terzo, Simone Cimino, è alla testa di una società che - in partnership con la Regione - si occupa di fondi finanziari. "Non ci vedo nulla di strano, è giusto che in uno staff ci siano uomini di fiducia", garantisce l'assessore.  E allora, per lui, nulla di strano che in quest'altra grande famiglia che si è ricomposta al Bilancio ci siano anche due uomini del sottosegretario alla Presidenza Micciché. Il primo è suo cognato Pietro Merra, il secondo il suo ex autista Ernesto Devola. La ragnatela delle parentele si spande dappertutto. Il figlio del sindaco Diego Cammarata - Piero - è dipendente a contratto della spa regionale e-Innovazione, il fratello dell'ex governatore Totò Cuffaro è vicedirettore dell'Agenzia dell'impiego, Francesco Judica che è il cognato del governatore Lombardo è manager all'Asl di Enna, l'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro ha nel suo ufficio di gabinetto anche Antonella Chiaramonte (sorella del cognato), mentre l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Luigi Gentile ha nominato suo cognato Carmelo Cantone segretario particolare.  Un elenco infinito. Che continua con i parenti del ministro di Grazia e Giustizia. Angelino Alfano non ha soltanto la cugina Viviana Buscaglia nello staff dell'assessore all'Agricoltura, ma ha anche il cugino Giuseppe Sciumé vicedirettore generale all'Azienda Trasporti. Tutti sbandierano lunghi curriculum, ma chi lo toglie dalla testa a migliaia di disoccupati siciliani che siano miracolati per meriti di parentela?  Come scrivevamo all'inizio di questo articolo l'emblema dello sconcio familistico alla Regione siciliana tocca però all'assessore alla Famiglia, quello che nella passata legislatura ha toccato un altro record: il numero delle missioni all'estero. Risultavano otto, nel settembre del 2007: 4 a Bruxelles, 2 in Spagna, 1 a Washington, 1 a Parigi.  Nel governo Francesco Scoma è dal 2004, in politica da sempre. Suo padre Carmelo è stato sindaco di Palermo dal gennaio del 1976 all'ottobre del 1978, erano gli anni del dominio finale di Vito Ciancimino e anche lui - Scoma padre - fu coinvolto negli affari sui "grandi appalti" della città, quindici anni di spadroneggiamento sempre delle stesse imprese. Da assessore, Scoma figlio è diventato famoso per la sua spasmodica voglia di candidarsi ovunque. Alla vigilia delle ultime elezioni regionali era praticamente in corsa dappertutto. Alla Presidenza della Provincia (dove aveva promesso ad almeno una trentina di amici il posto di assessore), al parlamento, alla Presidenza dell'Assemblea.  Quando è divampato nelle scorse settimane lo scandalo di Parentopoli, intervistato da "Viva Voce" di Radio 24 è caduto dalle nuvole: "Allora vogliamo dire che essere familiari di politici sia un reato?". L'altro giorno Scoma, che è anche assessore agli Enti Locali, ha preparato un disegno di legge contro i privilegi nei comuni. Tagli, gettoni di presenza al posto degli stipendi, stop al cumulo per sindaci e presidenti di Provincia con il doppio incarico di deputato. Insomma, un bel repulisti. Poi, all'articolo 15 del suo provvedimento, una piccola smagliatura: le ispezioni nei Comuni dalle gestioni allegre, d'ora in poi, potranno essere fatte anche da professionisti esterni alla Regione. E a spese degli enti controllati. Sarà naturalmente Scoma, in persona, a scegliere gli ispettori. Qualcuno sospetta che l'assessore alla Famiglia abbia qualche altro cugino. di ATTILIO BOLZONI e EMANUELE LAURIA [Repubblica on line]

lunedì 29 settembre 2008

Parentopoli siciliana



Parentopoli, la folla di cugini nello staff dell'assessore al Bilancio
I sindacati tornano a chiedere le dimissioni dell´assessore alla Presidenza Giovanni Ilarda. Il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, si domanda cosa ne pensa il ministro Brunetta degli assessorati siciliani riempiti di parenti degli assessori medesimi. Il tutto mentre Italia dei valori presenta un´interrogazione al Senato ed emergono altri congiunti di onorevoli che hanno trovato spazio nei gabinetti del governo regionale.
«Ho letto i giornali e mi sembra che sia una malattia molto radicata e molto estesa e che certo non aiuta a rendere più forte l´immagine delle istituzioni», dice Veltroni a proposito del "caso Ilarda" scoppiato dopo l´assunzione a tempo determinato al gabinetto dei Beni culturali della figlia dell´assessore alla Presidenza. «Mi piacerebbe sapere che ne pensa il ministro Brunetta - aggiunge il segretario del Pd - Si butta la croce addosso ai lavoratori del pubblico impiego e poi si scopre che la politica fa queste cose. Sono le cose che non devono essere compiute dentro un´istituzione. Un´istituzione deve garantire la trasparenza delle regole del gioco a cominciare dai momenti più importanti, cioè le assunzioni e gli appalti. Istituzioni che siano poco nitide da questo punto di vista, sono il tipo di istituzioni che non piacciono al cittadino».
Nel gabinetto dell´assessore al Bilancio, Michele Cimino, intanto, ha trovato posto Pietro Merra, cognato di Gianfranco Micciché del quale Cimino da sempre è un fedelissimo. Ma anche ai suoi parenti medesimi, Cimino ha dato spazio in assessorato. Nello staff del responsabile del Bilancio lavorano due suoi cugini ovvero Rino Giglione e Maurizio Cimino. E la polemica non si placa, sebbene, queste nomine per chiamata diretta che consentono ai beneficiari di ottenere invidiabilissimi onorari, siano comunque previste dalla legge. 
«Ancora una volta la Regione si fa apprezzare dall´opinione pubblica locale e nazionale per la correttezza, la serietà e la trasparenza con cui gestisce i soldi degli italiani, per il metodo con cui conferisce e distribuisce incarichi e poltrone - ironizza il senatore di Italia dei valori, Fabio Giambrone - Abbiamo presentato un´interrogazione al governo per sapere quanti e chi sono i gabinettisti della Regione e come sono stati reclutati. È una mortificazione per la Sicilia e per i siciliani onesti, che amano la propria terra, ricevere ripetute conferme di come i governi dell´Isola siano antropologicamente strafottenti ai più elementari principi di decoro e di senso del pudore». Ma l´interrogazione a Palazzo Madama contiene in sé, a detta di Giambrone, un paradosso: «È rivolta al governo ma dovrebbe risponderne prima di tutti, il presidente del Senato, Renato Schifani, dato che sua sorella ha trovato spazio nel gabinetto           dell´assessore Scoma».
Il sindacato Cobas-Codir, che vanta il maggior numero di iscritti fra i dipendenti regionali, torna a invocare le dimissioni di Ilarda: «Abbiamo sollevato il caso - dice Dario Matranga che assieme a Marcello Minio guida la segreteria del sindacato - non per creare polemiche politiche che non ci interessano ma per indurre l´amministrazione a mettere da parte gli annunci, la propaganda fumosa sui dipendenti, e a dialogare con i sindacati a proposito della gestione del personale. Abbiamo pure espresso solidarietà a Giuliana Ilarda e non volevamo che lasciasse il gabinetto dell´assessore ai Beni culturali». Ma allora perché rimarcare che aveva ricevuto quell´incarico? «Noi volevamo che si dimettesse il padre - conclude Matranga - e continuiamo a chiedergli di farsi da parte. Ilarda invece ha preferito tenersi il posto di assessore e sacrificare la figlia.
di Massimo Lorello [Repubblica on line]

sabato 27 settembre 2008

Tutti assunti per chiamata diretta....

Le assunzioni negli uffici di gabinetto degli assessori.

C´è da perdersi, nel labirinto di parentopoli. Uffici di gabinetto degli assessorati, società regionali, le stanze affrescate dell´Ars: ovunque incontri un congiunto di un politico o un politico stesso in "parcheggio", tutti assunti per chiamata diretta. Il caso Ilarda ha reso gli uffici pubblici siciliani trasparenti. E giorno dopo giorno aumentano le proteste per la presenza di (presunti, sia chiaro) raccomandati negli organici. Il governatore Lombardo minimizza ma le polemiche l´hanno convinto a portare il caso sul tavolo di Palazzo d´Orleans: «Se abbiamo fatto degli errori, rimedieremo».
Il nostro viaggio, sulla spinta di un´indignazione crescente che viaggia soprattutto sul web, continua. Con un paio di avvertenze. Gli atti sono legittimi e nessuno discute la professionalità o la bravura dei prescelti. Ma nessuno può garantire che chi rimane fuori non abbia maggiori titoli di chi viene selezionato. Le nomine sono fatte senza concorso. Ed è un fatto che proliferano le parentele illustri.
Luigi Gentile, assessore ai Lavori Pubblici, ha fatto entrare nel suo staff il cognato Carmelo Cantone. Il presidente dell´Ars Francesco Cascio ha chiamato a lavorare con sé, negli uffici della Torre normanna, Deborah Civello, già dipendente dell´Amia e cognata dell´assessore alla Famiglia Francesco Scoma. L´assessore alla Cooperazione Roberto Di Mauro ha ingaggiato nel proprio ufficio di gabinetto Nino D´Arrigo, figlio di Leonardo, uno degli esponenti di punta dell´Mpa a Palermo. Cognomi noti e meno noti s´incrociano. La ragnatela, inevitabilmente, coinvolge i big. Viviana Buscaglia, designata a giugno componente dell´ufficio di gabinetto dell´assessore all´Agricoltura, non è l´unica cugina del ministro Angelino Alfano nell´orbita del settore regionale allargato. Perché stesso grado di parentela con il leader di Forza Italia ha Giuseppe Sciumè, assunto tre anni fa, come tanti altri senza concorso, nei ruoli della dirigenza all´Azienda siciliana trasporti e ora vicedirettore generale dell´ente presieduto da un "fedelissimo" di Alfano, Vincenzo Giambrone.
E si srotola la lista dei politici, anche di una certa fama, arruolati di recente negli uffici di gabinetto della Regione. L´ex sindaco di Agrigento Aldo Piazza, dopo l´esperienza al Comune, è tornato nei ranghi dell´amministrazione di cui è dipendente ma con un inquadramento (e relativa indennità) nell´ufficio di gabinetto dell´assessore al Bilancio Michele Cimino: «Non si tratta certo di un caso scandaloso - dice Cimino - Non è parente di un politico, ma un funzionario che ha una importante esperienza amministrativa da far valere». Nell´ufficio di gabinetto dell´assessore al Lavoro, Carmelo Incardona, c´è invece Riccardo Gallo, il più votato alle ultime Provinciali di Agrigento per il Pdl.

Una ridda di nomi che non scandalizza Raffaele Lombardo, il presidente della Regione. Lui, anzi, nella mattina di ieri aveva definito «una schifezza e una vergogna» gli articoli sulla parentopoli. «Su queste vicende - aveva detto a Radio 24 - chi grida allo scandalo non è che sbaglia, ma è un gran disonesto». Poi, nel pomeriggio, a margine della conferenza stampa sulla sanità, Lombardo ha detto che porterà all´attenzione della giunta l´intreccio politico-familistico: «Ne parlerò con i miei assessori, esamineremo le singole situazioni e se necessario interverremo per rimuovere eventuali anomalie». Il governatore difende Ilarda: «Mi spiace che le polemiche abbiano fatto dimettere la figlia dell´assessore Ilarda. La trovo una profonda ingiustizia». Lombardo ricorda che Giuliana Ilarda «lavorava per la Regione da molto tempo prima che il padre diventasse assessore» e reputa secondario il fatto che, caduto il governo Cuffaro, sia stata riassunta da un governo il cui padre è assessore. Così come Lombardo parla di «linciaggio» con riferimento al caso della sorella del presidente del Senato Renato Schifani, dipendente della Regione dal ?91 e il 6 giugno nominata nello staff dell´assessore Scoma. «In ogni caso vogliamo mettere in campo un percorso virtuoso - conclude Lombardo - . Se abbiamo sbagliato lo riconosceremo. Ripeto: analizzeremo le situazioni caso per caso. Servono competenza e rigore morale».
di Emanuele Lauria [Repubblica on line]

venerdì 26 settembre 2008

Assunta la figlia dell'assessore. Bufera in Regione, lei si dimette




Il Brunetta di Sicilia scivola sull´assunzione della figlia. Non vedevano l´ora, i sindacati, di vendicarsi dell´assessore-sceriffo che un giorno sì e l´altro pure addita i fannulloni all´interno della Regione. E hanno presentato un perfido conto a Giovanni Ilarda, l´ex magistrato che ha annunciato una cura dimagrante per un ente pachiderma (21 mila dipendenti) e che si picca di aver ridotto in cinque mesi l´assenteismo del 57 per cento. Cobas, Sadirs, Siad e Ugl - sigle che rappresentano il 65 per cento dei dipendenti - hanno fatto sapere attraverso centinaia di volantini che nelle dorate stanze della Regione è entrata da poco anche Giuliana Ilarda, 27 anni. Proprio la figlia del "grande moralizzatore". Nominata dirigente, con contratto quinquennale, nell´ufficio di gabinetto di un collega di Ilarda senior, ovvero l´assessore ai Beni culturali Antonello Antinoro. Un incarico da 75 mila euro lordi annui, affidato per chiamata diretta. «Il governatore Lombardo ponga fine alla contraddizione fra la politica del rigore vantata davanti all´opinione pubblica e questi scandalosi privilegi della politica», dicono i sindacati autonomi. Anche il Pd è sceso in campo con il vicesegretario regionale Tonino Russo: «Ma l´assessore non prova neanche un po´ di imbarazzo?».

Una bufera che ha costretto la giovane, in serata, a dare le dimissioni dall´incarico. Ne ha dato notizia lo stesso assessore, confessando di aver commesso «una leggerezza» nel far assumere la figlia, «che pure può vantare una laurea con 110 e lode in discipline artistiche, parla due lingue ed è un´esperta di informatica». Gesto «apprezzato» dal governatore Raffaele Lombardo: «Risposta chiara. Il governo non offre il fianco alle pressioni di chi sta provando a rallentare l´opera di risanamento avviata».

Ma il caso Ilarda squarcia il velo di una nuova parentopoli siciliana. I sindacati segnalano un´altra assunzione "eccellenti", fatta senza concorso: quella del figlio del sindaco di Palermo Diego Cammarata, entrato in una società partecipata dalla Regione. Ma l´elenco è lungo e riguarda soprattutto le nomine negli staff dei neo assessori: lo stesso Ilarda ha aperto le porte del proprio ufficio di gabinetto ad Antonella Scoma, sorella di Francesco (altro assessore di Lombardo). Il quale, a sua volta, ha fatto firmare un contratto da dirigente "esterna" a Danila Misuraca, sorella del deputato forzista Dore Misuraca. Mentre Ernesto Davola, già autista del sottosegretario Gianfranco Micciché, ha avuto un posto nel gabinetto dell´assessore al Bilancio Michele Cimino. E negli uffici della Regione hanno trovato sistemazione anche ex consiglieri regionali "trombati" alle elezioni di aprile: gli Udc Decio Terrana (anche lui prescelto da Ilarda) e Francesco Regina, assoldato dall´assessore all´Industria Pippo Gianni. Un rapporto di mutuo soccorso, attendendo il prossimo appuntamento con le urne. [Repubblica on line]
di Emanuele Lauria