
Ma nell'assessorato alla Famiglia Francesco Scoma non ha favorito soltanto suoi consanguinei. Ha messo dentro pure quelli di tutti i suoi amici ai quali probabilmente non può dire di no. A cominciare dal suo padrino politico, il presidente del Senato Renato Schifani. La sorella, Rosanna Schifani, il 6 giugno del 2008 è stata nominata per chiamata diretta "componente della segreteria tecnica" dell'assessore Francesco Scoma. Già dipendente regionale dal 1991 con qualifica di "istruttore direttivo", la signora Rosanna ha avuto in busta paga - nel passaggio allo staff di Scoma - un'indennità di 14 mila euro lordi l'anno. Ma deve rinunciare agli straordinari che prendeva prima. Intanto, nell'ufficio di gabinetto dell'assessore alla Famiglia, come "esterno", è entrato anche uno degli assistenti di Schifani. Si chiama Giuseppe Gelfo. E pure Danila Misuraca, sorella del parlamentare del Pdl Dore. E anche Stefano Mangano, a lungo segretario particolare del sindaco di Palermo Diego Cammarata. Una bella infornata di parenti in quella Regione dove Lombardo ha addirittura litigato con il predecessore Cuffaro sulle spese folli, ha promesso "interventi per rimuovere eventuali anomalie" e dichiarato guerra agli sprechi: 39 milioni di euro l'anno per mantenere gli uffici di gabinetto, 818 milioni per pagare i 21.104 dipendenti, 75 mila euro l'anno per liquidare lo stipendio di un dirigente "esterno". Cambiano i governi ma alla Regione si aggirano i soliti noti. Un altro campione della Parentopoli è l'assessore al Bilancio Michele Cimino. Un'altra storia di cugini: Rino Giglione è il suo capo di gabinetto. Un altro, Maurizio Cimino, è il direttore della Protezione civile di Agrigento. E un terzo, Simone Cimino, è alla testa di una società che - in partnership con la Regione - si occupa di fondi finanziari. "Non ci vedo nulla di strano, è giusto che in uno staff ci siano uomini di fiducia", garantisce l'assessore. E allora, per lui, nulla di strano che in quest'altra grande famiglia che si è ricomposta al Bilancio ci siano anche due uomini del sottosegretario alla Presidenza Micciché. Il primo è suo cognato Pietro Merra, il secondo il suo ex autista Ernesto Devola. La ragnatela delle parentele si spande dappertutto. Il figlio del sindaco Diego Cammarata - Piero - è dipendente a contratto della spa regionale e-Innovazione, il fratello dell'ex governatore Totò Cuffaro è vicedirettore dell'Agenzia dell'impiego, Francesco Judica che è il cognato del governatore Lombardo è manager all'Asl di Enna, l'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro ha nel suo ufficio di gabinetto anche Antonella Chiaramonte (sorella del cognato), mentre l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Luigi Gentile ha nominato suo cognato Carmelo Cantone segretario particolare. Un elenco infinito. Che continua con i parenti del ministro di Grazia e Giustizia. Angelino Alfano non ha soltanto la cugina Viviana Buscaglia nello staff dell'assessore all'Agricoltura, ma ha anche il cugino Giuseppe Sciumé vicedirettore generale all'Azienda Trasporti. Tutti sbandierano lunghi curriculum, ma chi lo toglie dalla testa a migliaia di disoccupati siciliani che siano miracolati per meriti di parentela? Come scrivevamo all'inizio di questo articolo l'emblema dello sconcio familistico alla Regione siciliana tocca però all'assessore alla Famiglia, quello che nella passata legislatura ha toccato un altro record: il numero delle missioni all'estero. Risultavano otto, nel settembre del 2007: 4 a Bruxelles, 2 in Spagna, 1 a Washington, 1 a Parigi. Nel governo Francesco Scoma è dal 2004, in politica da sempre. Suo padre Carmelo è stato sindaco di Palermo dal gennaio del 1976 all'ottobre del 1978, erano gli anni del dominio finale di Vito Ciancimino e anche lui - Scoma padre - fu coinvolto negli affari sui "grandi appalti" della città, quindici anni di spadroneggiamento sempre delle stesse imprese. Da assessore, Scoma figlio è diventato famoso per la sua spasmodica voglia di candidarsi ovunque. Alla vigilia delle ultime elezioni regionali era praticamente in corsa dappertutto. Alla Presidenza della Provincia (dove aveva promesso ad almeno una trentina di amici il posto di assessore), al parlamento, alla Presidenza dell'Assemblea. Quando è divampato nelle scorse settimane lo scandalo di Parentopoli, intervistato da "Viva Voce" di Radio 24 è caduto dalle nuvole: "Allora vogliamo dire che essere familiari di politici sia un reato?". L'altro giorno Scoma, che è anche assessore agli Enti Locali, ha preparato un disegno di legge contro i privilegi nei comuni. Tagli, gettoni di presenza al posto degli stipendi, stop al cumulo per sindaci e presidenti di Provincia con il doppio incarico di deputato. Insomma, un bel repulisti. Poi, all'articolo 15 del suo provvedimento, una piccola smagliatura: le ispezioni nei Comuni dalle gestioni allegre, d'ora in poi, potranno essere fatte anche da professionisti esterni alla Regione. E a spese degli enti controllati. Sarà naturalmente Scoma, in persona, a scegliere gli ispettori. Qualcuno sospetta che l'assessore alla Famiglia abbia qualche altro cugino. di ATTILIO BOLZONI e EMANUELE LAURIA [Repubblica on line]